Meta, presunta evasione fiscale: problema da "887" milioni di euro
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Direttore: Alessandro Plateroti

Meta, presunta evasione fiscale: problema da “887” milioni di euro

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Indagini sulla presunta evasione fiscale di Meta per quasi 4 miliardi di euro di imponibile non dichiarato.

La Procura di Milano ha concluso le indagini nei confronti di Meta Platforms Ireland Limited, titolare di Facebook e Instagram, accusando i rappresentanti legali di una presunta evasione fiscale di oltre 887 milioni di euro. Gli accertamenti, condotti dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, riguardano la mancata presentazione della dichiarazione Iva tra il 2015 e il 2021. Secondo quanto riportato da tgcom24.

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Meta accusata di evasione fiscale: quasi 4 miliardi non dichiarati

Secondo quanto riportato dalla Procura, “il Gruppo Meta, per consentire agli utenti l’utilizzo del proprio software e dei correlati servizi digitali, acquisisce e gestisce, per scopi commerciali, dati, informazioni personali e interazioni sulle piattaforme di ciascun iscritto. In tal modo si instaura con i fruitori del servizio un rapporto di natura sinallagmatica”. Questa relazione, secondo la normativa dell’articolo 11 del DPR 633/72, sarebbe da considerarsi una permuta e quindi soggetta all’Imposta sul Valore Aggiunto.

L’indagine ha evidenziato che il colosso tecnologico avrebbe “omesso di dichiarare un imponibile pari a 3.989.197.744,05 euro”, a cui corrisponde un’Iva non versata per un importo complessivo di 887.623.503,69 euro. In sostanza, i dati personali ceduti dagli utenti per accedere alle piattaforme sarebbero considerati una sorta di “fee” nascosta, da tassare come qualsiasi altra operazione commerciale.

La replica del colosso: “L’accesso degli utenti non deve essere soggetto a Iva”

Meta ha respinto le accuse mosse dalla Procura, sottolineando il proprio disaccordo con l’impostazione fiscale adottata dagli inquirenti. Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: “Siamo fortemente in disaccordo con l’idea che l’accesso da parte degli utenti alle piattaforme online debba essere soggetto al pagamento dell’Iva”.

Meta ha inoltre ribadito di avere collaborato pienamente con le autorità e di voler continuare a farlo. “Abbiamo collaborato pienamente con le autorità rispetto ai nostri obblighi derivanti dalla legislazione europea e nazionale e continueremo a farlo. Prendiamo sul serio i nostri obblighi fiscali e paghiamo tutte le imposte richieste in ciascuno dei Paesi in cui operiamo”, ha aggiunto il portavoce.

Questa vicenda potrebbe rappresentare un caso pilota per stabilire se i servizi offerti dai colossi digitali in cambio di dati personali debbano essere considerati operazioni imponibili. Meta, però, difende la propria posizione, sostenendo che la gratuità dei suoi servizi non debba essere soggetta a tassazione.

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ultimo aggiornamento: 10 Dicembre 2024 11:24

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